15 settembre 2010

Tutti amici con l'insalata...

Si, lo so che la versione originale di Bart Simpson era "niente amici con l'insalata", canticchiato e ballato per infierire sulla povera Lisa, ma a quanto pare i tempi stanno cambiando.
Da giorni leggo interventi legati al Vegetarianesimo, alla sua influenza etica e salutistica, alle implicazioni eco-politiche ecc. Alcuni "novizi" si infervorano molto, li capisco, ero anche io così molti anni fa, alle volte suonano un po' aggressivi, di solito non raggiungono lo scopo ma servono a scuotere un po' gli animi, a farli discutere, addirittura ad informarsi, e questo non può essere che un bene.
Tutte le cose che ho letto sono corrette, frutto di elaborazioni create da persone "informate dei fatti", ed è meraviglioso, ma la cosa più bella in assoluto è la variazione di percentuale.
Mi spiego meglio: 15 anni fa avevo una sola amica vegetariana, essere attiviste in questo senso era pura futilità e dispendio energetico. L'unico nostro obiettivo era tenere duro e dare un esempio di salute, fisica e mentale. Io ho smesso di mangiare carne lo stesso mese in cui mi sono iscritta all'ISEF, ci si allenava anche sei ore al giorno e non ho mai patito nessuna carenza.
Mi sono però da subito buttata a capofitto nei libri che parlavano di pro e contro (allora erano di più i contro, ovviamente) e ho capito che la maggior parte della gente in realtà ha semplicemente dei problemi di malnutrizione, e crede di essere sana fino a quando i disturbi di cui soffre non diventano cronici. L'ingestione di cibi-spazzatura ci avvelena, e questo può succedere anche ad un vegetariano (il cioccolato per esempio non era vivo :-))).
A mio avviso l'essere umano deve fare prima di tutto una scelta salutista per se stesso e per l'ambiente in cui vive. Tutti fanno la stessa battuta: "se non posso bere caffè, alcolici, mangiare zuccheri, carne, latticini, allora cosa vivo a fare?". Io lo trovo spaventoso e me li immagino tutti come grossi imbuti parlanti, come se tutti gli affetti, le scelte, le conquiste, la famiglia, i figli, non fossero importanti perchè non possono essere fagocitati!
Inoltre purtroppo c'è da dire che un pessimo tenore di vita non ha sempre l'effetto di stroncarti e "ciau bale", poichè il nostro corpo è incredibilmente dinamico, di solito si tende ad agonizzare e vivere male tutti i giorni, prima di schiantarci al suolo.
Oggi sono incredibilmente felice di andare a cena con i miei più cari amici e scoprire che alle volte siamo addirittura in maggioranza e che con gli altri si discute in maniera molto seria delle proprie abitudini alimentari e anche chi non è vegetariano (o non ancora) comincia a manifestare in ogni caso un desiderio di ricerca verso la salute, di consapevolezza, di comprensione nei confronti di ciò che è davvero importante nella vita. Se cambi cibo cambiano anche i pensieri, poichè davvero noi siamo ciò che mangiamo, e non vale solo per la carne, ma anche per molti alimenti che potremmo considerare eticamente edibili perchè non generano violenza sugli animali, ma la generano su di noi.
Sono altrettanto felice di essere riuscita ad organizzare un pranzo di matrimonio vegetariano senza urtare troppo la sensibilità degli altri.
Un consiglio per tutti, se abbiamo dei propositi positivi perseguiamoli, con costanza, diamo l'esempio, con serenità e pace. Non tutti raggiungono gli stessi traguardi, e men che mai negli stessi tempi. Attaccare gli altri equivale a spendere inutilmente la propria energia, chi non vuole ascoltare non lo farà comunque, chi vorrebbe rischia di impaurirsi e non si sofferma.
Un augurio a tutti di migliorarsi sempre nella vita, di non arrendersi mai e di cercare la vera salute.

13 settembre 2010

La padella


Sono diventata un maestro nel girare i pancake con un solo colpo del polso, e così tak! dorati di qua e di là, senza versarne una goccia. Certo c'è voluta un po' di pratica da quel giorno in cui avevo ammirato la mia amica cuoca provetta, ho grattato dell'uovo dalla cappa una volta, e naturalmente da tutti i fornelli, spesso. Ma poi alla fine ce l'ho fatta, e ora non temo più nulla e posso compiere questo preciso gesto quasi senza pensarci, e così, maledizione, mi ritrovo ad elucubrare, come mio solito, dando incredibili importanze ad oggetti di poco conto.
Inutile dire che i soggetti ben si prestano: padella, rigirare la frittata... e così mi ritrovo a chiedermi se sono diventata brava anche in quello. Se i pensieri che mi rullano in testa come i tamburi giapponesi facendo un rumore tremendo, non siano frutto del mio voler girare la frittata da tutti i lati, per controllarla, verificarla, comprenderla. Accedere ai suoi lati nascosti e pericolosamente crudi. Magari bruciacchiarla anche un po' nel bordo.

Tutto questo senza voler accettare che alle volte una frittata è proprio solo una frittata!