26 aprile 2011

Rifiutare

Non quello dello Zanichelli, inteso come "non accettare".
Il rifiutare dei nostri giorni non è nemmeno quello di "annusare una seconda volta".
No, il rifiutare che vedo ogni giorno è un neo semantismo per "andar per rifiuti".
Un nuovo stile di vita per molti, giovani e vecchi, donne e uomini, di ogni ceto, etnia o età.
Sempre di più aumenta il numero delle persone che incontro per la strada a tutte le ore, in cerca di un tesoro abbandonato nel cassonetto.
La mattina trovo i giovani, extracomunitari perlopiù (ma che cazzo vuol dire poi extracomunitari, se parliamo dell'unione Europea dovremmo definire così anche gli inglesi!).
Le sera, quando rientro invece incontro gli anziani, dignitosi puliti e benvestiti, strangolati da una pensione che definire minima è un eufemismo, quindi chiamiamola pure infima.
Uomini e donne che hanno magari lavorato per una vita e ora sono ombre, nascoste come chi si vergogna, costretti a cercare di campare con quello che gli altri hanno buttato via.

Un decennio fa, per le strade di Belgrado, subito dopo gli ultimi bombardamenti, pensavo guardando gli anziani questuanti per le strade, che la civiltà di un governo si vede da come riesce ad occuparsi degli anziani, di quelli soli, di quelli malati. La Serbia allora aveva perlomeno l'attenuante della guerra, ma noi?
Possiamo definirci un paese civile? Stiamo perdendo tutto, tutto quello che quelle stesse persone che ora sono costrette ad umiliarsi, avevano costruito per noi.
E noi stiamo qui, ad osservarli, rattristati, da un balcone.

2 commenti:

  1. lo sappiamo benissimo quale la verità... Le persone sbraitano e si incazzano se la nostra/loro civiltà sta andando a rotoli...ma rimane lí confinato tra quattro mura. C' é rassegnazione.... La gente si accontenta e li rimane...

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  2. ma noi invece vogliamo andare avanti, non è vero Pla?
    :-)

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